11 marzo 2013

Riscrivere si può





Dunque esistono degli esempi concreti i quali ci dimostrano che è possibile semplificare e rendere più chiari testi specialistici come quelli dell’ambito del diritto, soprattutto quando si rivolgono a destinatari inesperti, senza per questo comprometterne l’efficacia giuridica o banalizzarli. E anche se in questa sede non sono stati analizzati esempi di riscrittura di testi burocratici, è evidente come nella lingua della burocrazia lo spazio di manovra per la semplificazione sia ancora più ampio, data la scarsa presenza di tecnicismi specifici (al contrario della lingua del diritto) e scelte linguistiche dettate soprattutto dalla volontà di proteggere l’autorità di quella che sembrerebbe essere una sorta di lingua del potere.

In ogni caso la nostra posizione si allinea a quella di chi non intende minare, al contrario approva, la leggittimità della lingua del diritto che, per riuscire a disciplinare una varietà illimitata di situazioni vivibili, deve essere precisa, impersonale ed astratta.

D’altra parte rivendichiamo chiarezza, dato che anche noi siamo cittadini che si irritano quando hanno a che fare con funzionari pubblici troppo fieri della propria eloquenza. Tra l’altro, farsi capire è un fatto anche di Costituzione: è scritto nell’articolo 3, secondo comma, che è un obbligo rimuovere gli ostacoli che impediscono la parità dei cittadini, senza distinzioni di lingua…”.

 Cito un frammento di una lettera di F. Petrarca, nella quale il poeta si rivolge ai posteri (quindi anche a noi), e mi auguro di essere stato, in questo post, ed in quelli precedenti, quantomeno il più chiaro possibile.



“[…] Nel parlare, come dissero alcuni, fui chiaro ed efficace; ma, a mio vedere, fiacco e oscuro. Né invero ebbi mai cura alcuna di riuscire eloquente nella conversazione comune con amici e famigliari, e mi stupisco che l’abbia avuta Cesare Augusto. Quando invece la situazione o il luogo o l’ascoltatore sembravano richiedere altrimenti, mi sono un po’ sforzato; e questo non so con quanta efficacia: lo giudichino coloro di fronte ai quali parlai. Io, purchè abbia vissuto rettamente, mi curo ben poco della mia eloquenza; è una gloria vana cercare la fama soltanto nello splendore delle parole.[…]” [1]




[1] F. Petrarca, Posteritati.

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